La controversa politica dei rifugiati ai tempi

La politica dei rifugiati nel corso della seconda Guerra mondiale è uno dei capitoli della storia contemporanea svizzera elaborati in modo più approfondito, eppure essa resta dibattuta. Genera accese discussioni soprattutto il campo di tensione generatosi tra timori di inforestierimento, antisemitismo e tradizione negli aiuti umanitari. La Svizzera accolse non solo profughi civili, bensì qui vennero internati oltre 100 000 rifugiati militari.

Profughi civili

Prima dello scoppio della guerra circa 10 000 persone (cosiddetti «emigranti») e nel corso della seconda Guerra mondiale circa 51 000 persone giunsero in Svizzera. La Divisione federale della polizia (1841-1991) ebbe competenza per i profughi civili. La sua documentazione relativa a singole persone o famiglie è conservata principalmente negli Atti personali-Serie N relativa a domicilio, dimora, profughi (1904-1952).

La Divisione federale della polizia delegò l'alloggiamento e l'assistenza dei profughi civili alla Direzione centrale dei campi di lavoro (ZL) e a singole istituzioni assistenziali. Operarono in questo campo, tra gli altri enti, la Croce Rossa Svizzera (1863-1994) e il Comitato svizzero di assistenza per i figli degli emigranti (SHEK) (1860-1986). La documentazione personale della ZL è reperibile in Atti personali-Serie N della Divisione federale di polizia. L'Archivio di storia contemporanea (ted) ha messo al sicuro i lasciti di alcuni esponenti della Direzione centrale dei campi di lavoro nel contesto del suo programma sui testimoni dell'epoca.

Per una ricerca dettagliata presso la Confederazione e i cantoni sono disponibili i seguenti inventari:

Nel dicembre 1996 il Parlamento incaricò la Commissione indipendente d'esperti Svizzera – seconda Guerra mondiale (CIE), tra l'altro, anche della disamina della politica dei rifugiati in Svizzera durante la guerra.

Gran parte della documentazione utilizzata dalla CIE e gli atti da essa stilati sono conservati presso l'Archivio federale svizzero.

Internati militari

Conformemente alla Convenzione dell'Aja concernente le leggi e gli usi della guerra per terra del 1907 gli Stati neutrali erano obbligati a disarmare le parti di truppa che cercavano rifugio e ad internare i soldati affinché costoro non potessero più intervenire nell'azione bellica. In Svizzera si ricorda in particolare l'internamento di soldati polacchi e francesi nel giugno 1940: precisamente 29 000 militari francesi e 12 000 polacchi del 45° Corpo d'armata francese che si erano assiepati lungo il confine del Giura bernese. In tale contesto vanno anche ricordati gli aviatori alleati e tedeschi costretti ad atterrare o precipitati in territorio svizzero. Complessivamente la Svizzera ospitò circa 104 000 rifugiati militari, che furono adibiti in particolare a lavori agricoli, ad opere di disboscamento o alla costruzione di strade. Internati militari realizzarono, ad esempio, la strada del passo del Susten.

All'alloggiamento e all'assistenza dei soldati fu preposto il Commissariato federale per l'internamento e l'ospedalizzazione (EKIH) (1938-1950). Il suo archivio e numerosi dossier sono conservati presso l'Archivio federale svizzero. In aggiunta a tali documenti, altri sono conservati nel fondo della Difesa nazionale (1600-1960), in particolare relativi ai disertori e refrattari oltre che ai campi di internamento e agli aviatori internati.

Ultima modifica 04.11.2019

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